giovedì 19 agosto 2010

2012


Da un po' di tempo i media sono in preda a un nuovo tormentone. Sembra dunque che il 21 dicembre del 2012 si avvererà un presagio continuamente riaffermato nei secoli, e mai finora verificato: la fine del mondo.
Dopo il monaco Rodolfo il Glabro, Malachia con i suoi papi alti e bassi, Nostradamus e le sue Centurie, Joseph Smith e l'angelo Moroni, Fatima e i suoi segreti, il virus Y2K, Greenpeace con il buco dell'ozono, lo scioglimento dei poli e la scomparsa delle balene, adesso tocca niente meno che ai Maya di romperci gli stivali con l'idea che tutto finisca in un botto.
Al riguardo non esistono elementi per valutare la maggiore attendibilità dell'estremo annuncio rispetto ai precedenti. Nell'attesa comunque suggerisco di prestare attenzione alle parole della marchesina insidiata dal vecchio Corneille. Che cercava di spuntarla insistendo sul fatto che presto anch'ella sarebbe divenuta vecchia come lui:

J'ai vingt-six ans, mon vieux Corneille,
Et je t'emmerde en attendant.


Appunto. Magari sarà anche vero, ma nel frattempo...

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