Che paese straordinario la Cina, agli inizi degli anni Trenta! Con le sue fumerie d'oppio, i suoi signori della guerra, i suoi misteriosi trafficanti di uomini e di antichità, i suoi milionari e isuoi disperati, e soprattutto la sua donne affascinanti che scorrono lungo la costa da Shanghai a Tientsin e poi di nuovo giù fino a Canton.
E tra queste un posto di rilievo lo occupa una certa Magdalen, una francese dal passato torbido ma dal fascino irresistibile, che da qualche anno è approdata su questa linea immaginaria che collega gloria e miserie e la percorre instabilmente, affondando ad ogni passo verso l'abominio e il ripudio della società bianca, ma trascinando con sé ogni uomo che abbia la fortuna e la sventura di esserne catturato.
Ed è su un treno che la incontriamo, lo Shanghai Express così simile alla sua versione europea, dimenticata la sua origine e divenuta ormai Shanghai Lily, il niovo nome nell'arte d'amore di cui la vita l'ha fatta maestra. Così algida dietro la sua maschera di seduttrice, eppure così tenera, così preda di memorie fuggite, così innamorata dell'amore, così in fondo in cerca di un uomo cui aggrapparsi per tornare ad esser Magdalen, magari per solo per un giorno, magari una sola ora. E non vorremmo tutti essere su quel treno, a incoraggiarla, a dirle che certo, tornerà ad essere Magdalen,che non è troppo tardi, che l'amore tanto cercato è salito su quello stesso vagone con lei? E che sarà finalmente felice, in quello spazio magico tra un fotogramma e l'altro di un anello di celluloide che si ripeterà per sempre, con le sue luci e le sue ombre, all'infinito, nel tempo?
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