domenica 11 aprile 2010

Madamina, il catalogo è questo - 1

E' opinione diffusa presso gli psicoanalisti, in ispecie quelli da 150 a botta, che per gli esseri umani valga la stessa regola delle papere di Lorenz: ossia che ci si affezioni alle prime cose che vediamo allorché la mano di Dio ci strappa dal beato mondo delle idee e ci deietta nel mondo delle cose. Per cui la nostra donna ideale non sarebbe altro che il fantasma travestito dal tempo e dalla dimenticanza di nostra madre. Naturalmente fissata nell'aspetto glorioso che aveva al momento della nostra nascita.
Sarà così. Però credo che anche altri fattori concorrano all'imprinting che poi ci trasciniamo dietro. Per esempio, nel mio caso, il cinema.
All'epoca in questione, si era sul crinale dei '50, ero spesso affidato alle cure di una nonna, cinefila acritica, che mi trascinava ogni pomeriggio al Farnese, sala di terza visione nei pressi dell'omonima piazza. Non so se per meglio sopportare la guardiania impostale, o perché davvero interessata allo spettacolo, fatto è non ne uscivamo prima di aver visto almeno due volte ogni pellicola.
Però, per il fatto della terza visione, la programmazione era retrodatata e di un bel po': per cui invece di appassionarmi alle curve di Sophia Loren o a quelle di Anitona, che certo sarebbe stato molto più sano, io andavo costruendo il mio immaginario erotico su Ginger Rogers, Greta Garbo e Dorothy Lamour. Creando una sfasatura che poi con gli anni si sarebbe rivelata drammatica: quando sarei stato in età per organizzare fan club delle mie dee, bersagliarle di missive, tentare un contatto diretto spacciandomi per collaboratore dei Cahiers du Cimema, quelle si erano gà ritirate, se non passate addirittura nel Grande Altrove.
Insomma mi ritrovai nell'incomoda posizione di un innamorato delle fanciulle morte.
Voglio qui celebrare per prima l'attrice che forse ha più scavato nel profondo: l'indimenticabile Veronica Lake. Dalla carriera straordinariamente breve, come è di tutte le manifestazioni del numinoso: solo cinque o sei film, e poi alcol e schizofrenia la trascinarono nel nulla.
Ma come disse un poeta "La mia candela brucia da entrambi i lati,
non durerà tutta la notte. Ma amici miei, e miei nemici, com'è splendente la sua luce."

1 commento:

Unknown ha detto...

Beh... la cascata bionda di Veronica Lake era straordianriamente attractive e credo abbia incantato più di una generazione...