lunedì 18 ottobre 2010

Ferali notizie.


Appena pochi mesi fa se ne celebrava l'ossessiva pervasività, al punto da suscitare nella critica il timore che il noir potesse fagocitare ogni altra forma, inglobando la letteratura come un Blob venuto dallo spazio nei B-movie degli anni '50.

E adesso invece corrono brutte voci sulla sua salute, lo si dà quasi sul catafalco. Non credo però che sia ancora il caso di mandare per il prete, e che il noir, e in genere la narrativa di tensione, sia prossimo a defungere.
Certo, alcuni segnali indicherebbero una qualche stanchezza, di autori e di lettori, e come per altri generi del passato anche per il noir potrebbe prima o poi suonare la campana. Ma per morire occorre il verificarsi di una condizione che a mio avviso non si è ancora realizzata, e che a suo tempo ben sintetizzò Nietzsche: Was vollkommen ward, alles Reife – will sterben!
Ossia, traducendo un po' a braccio, tutto ciò che è maturo e perfetto vuol morire.
Frase piena di suggestioni, ma anche sibillina: tanto che Karl Ernst Knodt giustamente la ricantò: Hat allein das Recht zum Sterben! Cioè "solo" ciò che è perfetto ha il diritto di morire.
Ora, affermare che il noir abbia raggiunto la sua completa maturità e perfezione mi sembra alquanto azzardato. A meno che non ci si arrenda all'idea che si tratti di un genere intrinsecamente minore, per il quale occorra accontentarsi di quello che passa il convento senza star troppo a disquisire, direi proprio che il Dante o lo Shakespeare del noir non siano ancora apparsi all'orizzonte.
Siamo ancora nella fase aurorale, in fondo è solo qualche decennio che è partita la grande ricerca. La macchina editoriale moderna è stata in grado di riempire questo spazio di migliaia di titoli, ma è una quantità che stenta ancora a farsi qualità assoluta. Questo non vuol dire che prima o poi non avvenga, e magari qualche delusione potrebbe anzi giovare, come la potatura rinvigorisce l'albero da frutto.
Allora verranno anche i capolavori, e il genere potrà estinguersi serenamente come un barbuto patriarca della Bibbia, davanti allo stuolo dei suoi discendenti.
L'importante è solo che ciò avvenga, al contrario dei timori di Eliot, con uno schianto e non con una lagna (ancora per rubacchiare qualcosa a un grande.)

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