Gli scrittori eleggono a propria protettrice la Musa, e a lei rivolgono preci e auspici.
Ma in realtà è a se stessi che pensano quando rivolgono gli occhi al cielo: e quell'azzurro che immaginano è solo il riflesso dello specchio in cui si confondono.
Perché ogni scrittore non è che un novello Narciso, che dovrebbe ritrarre gli altri e finisce per ritrarre sempre se stesso, scambiando per un'immagine vera quella che è solo il fantasma del suo io. Portando così alla luce e a compimento l'insanabile contraddizione della scrittura, generosa invenzione di Toth nata per comunicare e che invece, dopo aver distrutto Memoria, è divenuta oggi il massimo canale dell'incomunicabilità.
Allo specchio d'acque degli antichi si è sostituito il pulviscolo elettronico della Rete: ma il naufragio nei gorghi è lo stesso, e analogo il silenzio che si richiude sulla discesa al fondo del povero Narciso.
venerdì 9 ottobre 2015
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