«E se quel che dite è vero, allora anche ciò che assicura la convivenza degli uomini, attraverso il dominio di uno su tutti, ebbene anche questo dovrebbe obbedire alla stessa regola di bellezza che avete assegnato alle opere di pittura!»
«Esiste certo una somiglianza tra l’opera mia e la vostra, seppure con una differenza: un quadro si conclude nel suo spazio, un regno nella sfera del suo tempo.»
Cesare assentì gravemente. «Credo che abbiate ragione. E dunque del mio Stato è alla sua durata nel tempo che dovrei mirare, più che alla sua estensione?»
«Se volete che sia saldamente fondato, sì.»
«E dovrà essere un’armonia di vuoti e di pieni, come in un edificio?» continuò il duca, meditabondo.
«Cosa state pensando, duca?»
«Alle teste che dovrò mozzare, per realizzare quell’equilibrio di cui mi dite. In quello che sarà l’ordine nuovo del mio regno.»
lunedì 7 maggio 2018
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