Per la narrativa, e soprattutto per quella di genere, credo che valga lo stesso principio che governa il muro romano: è splendido e solido nella sua apparenza esterna, ma dentro è tenuto in piedi da un ammasso indistinto di pozzolana, pietrisco e cocci impastati insieme alla meglio.
Rivangarci con le dita fa la gioia di ogni archeologo, esattamente come per il narratore è un piacere sottile imbattersi in qualche lacerto di trash monumentale, più utile di qualsiasi droga a mettergli in moto il cervello. Recentemente ho scoperto un film degli anni '60 che mi ha estasiato. Ve ne sottopongo la scena clou, sicuro che incontrerà l'approvazione di ogni sincero appassionato di stravaganze.
Si tratta di They saved Hitler's brain, purtroppo mai circolato in Italia. Se a suo tempo fosse stato doppiato, sicuramente la storia della nostra cinematografia sarebbe stata diversa.
venerdì 9 aprile 2010
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